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CHE FINE FANNO I SATELLITI MORTI?

Data di pubblicazione: 18 Aprile 2025

SOMMARIO

COS'È UN SATELLITE MORTO?

un satellite è considerato "morto" quando non è più operativo: ha esaurito il combustibile, ha subito un guasto tecnico oppure ha completato la sua missione. attualmente, ci sono migliaia di questi oggetti inattivi in orbita terrestre.

LE ORBITE CIMITERO

per evitare collisioni, i satelliti geostazionari vengono spostati in orbite cimitero, situate a circa 300 km sopra l’orbita operativa. lì, restano per secoli, lontani da rotte attive. ma non tutti i satelliti possono essere spostati: alcuni restano abbandonati nell’orbita bassa.

⚠️ ATTENZIONE: un satellite senza controllo può diventare un proiettile ad altissima velocità!

RIENTRO ATMOSFERICO CONTROLLATO

alcuni satelliti vengono fatti rientrare intenzionalmente nell’atmosfera terrestre, dove si disintegrano a causa dell’attrito. questa pratica è utile per liberare spazio orbitale, ma va pianificata con precisione per evitare rischi sulla superficie terrestre.

IL PROBLEMA DEI DETRITI SPAZIALI

i satelliti morti sono una delle principali fonti di detriti spaziali. si stima che ci siano oltre 100 milioni di frammenti più grandi di 1 mm attorno alla Terra. questi frammenti possono danneggiare satelliti attivi, veicoli spaziali e stazioni orbitanti.

🛰️ CURIOSITÀ: anche un oggetto di 1 cm può causare danni catastrofici nello spazio, viaggiando a oltre 27.000 km/h!

TECNOLOGIE PER RIPULIRE LO SPAZIO

sono in sviluppo nuove tecnologie per rimuovere i satelliti morti: bracci robotici, reti spaziali, laser terrestri per farli decadere. l'esa (agenzia spaziale europea) ha in programma missioni come clearspace-1, che prevede la cattura attiva di detriti.

UNO SGUARDO AL FUTURO

con il boom delle costellazioni di satelliti (come starlink), il problema diventa sempre più urgente. le normative internazionali stanno cercando di imporre limiti alla durata in orbita dei satelliti e obblighi di smaltimento.

🚀 CONSIGLIO: per evitare un “effetto domino” nello spazio, ogni nuova missione deve includere un piano di fine vita del satellite.